Tradurre, scrivere, semplificare: oltre cento partecipanti alla tre giorni dell’Ateneo friulano

7ª edizione del convegno internazionale “Theories and Realities in Translation and Writing"

Dal 23 al 25 novembre l'Università di Udine ha ospitato la settima edizione di Theories and Realities in Translation and Writing (T&R), un ciclo di convegni internazionali sulla traduzione e la redazione professionale. L’appuntamento del Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società (Dill), è stato seguito, in presenza e online, da un centinaio di partecipanti, che hanno animato con vivaci scambi gli interventi dei relatori.

Il tema di questa settima edizione è stato la “semplificazione”. Un tema di grande attualità in quanto il mondo della redazione e della traduzione è sempre più sollecitato dalla necessità di rendere i contenuti accessibili e accettabili per pubblici vasti e compositi, linguisticamente e culturalmente.

Riguardo all’accessibilità, diversi sono stati i contributi riguardanti il Linguaggio facile (Leichte Sprache, Easy Language, FALC). «Si tratta di una varietà linguistica utilizzata in ambiti istituzionali per rendere i documenti facilmente comprensibili a persone con difficoltà di lettura, principalmente a causa di disabilità fisiche o cognitive», spiega Iris Jammernegg, docente di lingua tedesca e una delle organizzatrici del convegno. «La semplificazione in questi casi – sottolinea Jammernegg – riguarda certamente lo stile di scrittura, ma anche più in generale il design del documento scritto».

Riguardo all’accettabilità, invece, la semplificazione è stata intesa come strumento promotore di cambiamenti in ambito culturale, sociale e ideologico: «In questi ultimi anni, sempre più categorie di persone che tradizionalmente sono ‘senza voce’, chiedono di uscire dagli stereotipi» metta in evidenza Sonia Gerolimich, docente di lingua francese. «Questo ci porta a riflettere sul cosiddetto ‘linguaggio inclusivo’, sulla sua necessità, ma – rimarca Gerolimich – anche sulle contraddizioni che esso comporta».

Alcuni relatori si sono concentrati sugli strumenti di traduzione automatica digitale (AI-powered technologies) nelle varie fasi di produzione di un testo. Per Deborah Saidero, docente di lingua inglese, «la traduzione basata sull’intelligenza artificiale ormai funziona bene, ma l'intervento umano si conferma indispensabile per evitare incoerenze e incomprensioni».

«È stata un’occasione per fare il punto su ciò che si muove nella traduzione non-letteraria – sottolinea Fabio Regattin, docente di lingua francese e promotore della rete T&R –, perché la semplificazione in realtà è un tema sorprendentemente complesso».

Hanno arricchito il convegno alcuni nomi prestigiosi, come Domenico Cosmai, della Direzione generale di traduzione dell’Unione europea, e due conferenze plenarie: Nicolas Froeliger (Université Paris Cité) che ha parlato delle difficoltà del tradurre testi di matematica, e Isabelle Clerc (Université Laval di Québec, Canada), che ha presentato la “redattologia”, una disciplina nata in Canada negli anni 1990.

«La redattologia è nata in Canada, in origine come versione francofona dei Writing Studies – spiega Sara Vecchiato, docente di lingua francese e direttrice del Laboratorio di Redattologia e Traduttologia – Il suo obiettivo è studiare scientificamente la scrittura professionale, per renderla chiara ed efficace, in modo da semplificare la vita quotidiana delle persone. La sua componente francese la rende molto vicina culturalmente al nostro modo di intendere la comunicazione pubblica».

Il convegno ha messo in chiaro che i confini fra traduzione e redazione sono sempre meno netti: in particolare con i testi non letterari, il traduttore è sempre più redattore di testi, che cerca di rendere fruibili e godibili per i suoi lettori.

Il giornale radio delle 7.20 della Rai Friuli-Venezia Giulia del 23 novembre ha intervistato la professoressa Sara Vecchiato sui lavori del convegno e in particolare sulla “redattologia” (minuto 19’)